Deutsch Drahthaar del Zeffiro
Intervista a G. Greller

Tratto dalla rivista “DIANA”, luglio 1988

 

ALLEVARE PENSANDO AL LAVORO

 

Intervista in esclusiva a Georg Greller controllore generale dell’allevamento tedesco (Hauptzuchwart)

 

a cura di Gallo Zeffiro

 

Gallo: Sig. Greller, Lei è senza dubbio la figura più importante e rappresentativa dell’organizzazione che forma la Federazione del Drahthaar Tedesco. Da quando detiene questa pregiata e difficile carica di controllore generale dell’Allevamento?

 

Greller: Mio nonno era cacciatore, mio padre ha cacciato e allevato cani per tutta una vita, dapprima D. Kurzhaar con l’affisso Wacholderberg; poi, appena finita la guerra, il D. Kurzhaar in Germania dava già qualche segno di decadimento per ciò che concerneva il temperamento e durezza contro i rapaci. Da quel momento, assieme a mio padre (oggi defunto, io ho compiuto sessantaquattro anni), ci siamo messi di grande impegno nel mondo del D.Drahthaar, allevando, organizzando prove e contribuendo in attività quasi totale, a far sì che la questa razza diventasse ciò che è oggi. Oramai sono più di venti anni che sono Hauptzuchtwart, la massima autorità in controllo e indirizzo della razza.

Gallo: Come si chiama il Suo affisso di allevamento?

 

Greller: Vom der Veitsquelle, mio padre aveva quello dei  vom Zenngrund che ora è passato a mio figlio G. Greller Jr.

 

Gallo: quanti sono i drahthaaristi tesserati oggi in Germania?

 

Greller: quando ho iniziato la mia carica di Hauptzuchtwart nella Norbaviera eravamo 128 membri, oggi siamo 1100, e nell’intera Germania 10.000.

 

Gallo: i propositi iniziali dei primi drahthaaristi erano gli stessi di oggi?

 

Greller: L’inizio del D. Drahthaar è assolutamente segnato da cani che assalivano la preda dopo averla inseguita, quindi concentrazione più la componente volontà e istinto aggressivo. Grandi pistatori con spiccata durezza d’attacco con qualsiasi tipo di selvatico. Naturalmente il cane aveva anche il compito del recupero della selvaggina abbattuta in acqua.

Con il passare degli anni, si vollero aumentare in questo cane le capacità di attitudine per il lavoro nel campo, e si lavorò con cani fermatori per eccellenza, quali in D. Kurzhaar e qualche Pointer Inglese. Questo lavoro di incrocio con queste nuove razze, assimilate a quelle che avevano già partecipato in origine, dette al cane D. Drahthaar il lavoro nel campo desiderato, con grande capacità di ferma e movimento ampio nella cerca. Ma quando si cerca una cosa purtroppo se ne perde per forza un’altra. La estrema capacità nella traccia si era perduta, e cosi era calata anche la durezza verso la selvaggina rapace e il temperamento fermo e autorevole.

Si ritornò quindi a lavorare con cani estremamente sagaci della durezza e forti pistatori. Oggi dopo tanti anni, si è ottenuto il risultato che si ambiva. Il grande lavoro è stato fatto recentemente, dagli ultimi anni cinquanta, fino alla fine degli anni sessanta, ora abbiamo raggiunto veramente il cane di “tutto uso”, l’importante è di mantenerlo tale, senza alterarne le prerogative.

 

Gallo: Sig. Greller, altre sono le razze da fer­ma tedesche, che godono i favori dei cac­ciatori qui in Germania quanto il D. Drahthaar?

 

Greller: Tutte le altre razze da ferma tedesche, hanno perso negli ultimi venti anni, dal 60% al 70% delle richieste, e quindi del­l’allevamento, tranne il piccolo Munster­lander che però gode i favori di una grande fetta di gente che non svolge pratica venatoria.

 

Gallo: Come deve essere il D. Drahthaar nel ti­po?

 

Greller: Fino a quasi trenta anni fa, i drahthaa­risti tedeschi, non avevano né regole d’allevamento né standard ufficiale di razza; queste due importantissime cose sono sta­te istituite da me e da i miei collaboratori di fiducia. All’inizio si voleva solo un cane compatto, muscoloso, con pelo duro e bella barba. Oggi esistono standard e regole per allevare correttamente questo cane.

 

Gallo: Cosa ci può dire sulla non omogeneità delle forme, del pelo e delle strutture che ancora oggi si notano tra loro diverse, nel­la razza?

 

Greller: Il D.Drahthaar è una razza relativamente giovane, costruita su cinque razze ben distinte: il D.Kurzhaar, il Pointer, il Pudel­- Pointer, lo Stichelhaar e il Grifone.

Ognuna di loro ha contribuito a qual­che cosa che ancora oggi si legge in alcu­ni soggetti. Per ciò che concerne la struttura, lo standard parla chiaro, le femmine dai 56 ai 62 cm. al garrese, i maschi da 62 a 67 solo questo conta.

Le esigenze territoriali di caccia, faran­no preferire il cane piccolo-medio, per i cacciatori che praticano cacce del tipo fa­giano o starne in ambienti non molto dif­ficili e duri. La preferenza del cane medio­-grande andrà a quei cacciatori praticanti in terreni molto difficili, o con tanta pre­senza d’acqua, così come accade nel Nord Germania, dove i cani negli anni, si sono strutturalmente trasformati per far fronte all’ambiente. Ad ogni modo la mia prefe­renza va ad un cane di media taglia, for­te, corto, coperto di pelo possibilmente ideale, e con una buona barba, il sogget­to deve inequivocabilmente nel suo aspet­to determinare il sesso.

 

Gallo: Sul pelo ideale del D.Drahthaar?

 

Greller: II pelo di copertura deve andare dai 2 cm. ai 4 cm. con la presenza di sottope­lo, che è fondamentale caratteristica del­la razza. A mio giudizio è da preferire il pelo dei 3,4 cm. che il pelo dei 2 cm., solo per il fatto che permette maggior fun­zione al sottopelo, posto che esteticamen­te sia sempre in ordine.

 

Gallo: Sulla velocità di questo cane cosa ci può dire?

 

Greller: Il D.Drahthaar deve galoppare nella cer­ca; noi non vogliamo cani che trottano; però è indispensabile non esasperare la velocità, che porta inevitabilmente alla sproporzione naso-andatura. Qui in Ger­mania ad ogni modo, è più importante la sistematica della cerca che non la sua ve­locità.

 

Gallo: Alle volte leggo nei libri di Allevamen­to Tedesco ancora oggi, accoppiamenti con razze che hanno contribuito alla for­mazione del D.Drahthaar, ci può dire qual­che cosa in proposito?

 

Greller: II libro di Allevamento è sempre stato aperto e lo sarà sempre, finché io lo riterrò utile e proficuo per la razza stessa. Un motto importante per l’allevatore drahthaarista tedesco è di allevare come cre­de, ma di informare sempre gli organi ufficiali, delle sue in­tenzioni. Se io ritengo valido per il miglio­ramento della razza nella sua base, l’ac­coppiamento con un cane di razza D. Kurz­haar, o con un cane di razza a pelo duro tedesco elencate prima, (non di certo con un Pointer Inglese), lo permetto ancora oggi. Certo si tratta di casi particolarissi­mi.

 

Gallo: Quante sono all’incirca le linee madri nell’allevamento del D. Drathaar tedesco, e si può ancora parlare dei tipi originari?

 

Greller: Le linee madri sono moltissime, e d’al­tra parte non servirebbe elencarle tutte se non con spiegazione analitica e per far questo ci si impiegherebbero dei giorni. Anche dei tipi originari: Harras, Odin, Witboi, Lump e Regent, non si può più raffigurarli distintamente; oggi è tutto un misto, anche se in certi soggetti, come det­to prima, si possono intravedere i chiari antichi natali.

 

Gallo: Un giudizio sui tre colori del D. Drahthaar?

 

Greller:  La grossa base era, deve essere ed è  il roano marrone, quindi l’unicolore marro­ne, e poi il roano nero. Ultimamente si è lavorato molto attor­no al roano nero, ma oggi lo si deve limi­tare al massimo attorno al 15% dell’alle­vamento (1987 12%). II cane unicolore marrone stiamo rivalutandolo, ma ripeto che la base deve essere roano marrone.

 

Gallo: La displasia dell’anca nella razza a che percentuale è salita?

 

Greller: Non si può dare una risposta precisa, perché diversi esami fatti in laboratori di­versi, hanno dato risultati assolutamente contrastanti, e quindi c’è impossibilità di reale stima.

 

Gallo: Può dirci come vede la testa del D. Drah­thaar?

 

Greller: La testa deve essere tale da distingue­re il sesso a primo sguardo. Non deve es­sere leggera come quella del D. Kurzhaar mo­derno, ma massiccia, con almeno un po’ di stop, dal muso preferibilmente lungo ma quadrato, con una buona barba che attribuisce al soggetto, una espressione energica.

 

Gallo: Ma per ciò che concerne gli assi cranio facciali cosa ci può dire?

 

Greller: Lo standard tedesco non parla di que­ste cose. La razza ha dentro di sé tutte le possibilità di assi cranio facciali, essendo costruita su cani che le possiedono en­trambe, non deve essere certo questo o quello che conta nel giudizio delle forme. Il peso del giudizio della testa di un D. Drahthaar è l’ultima delle cose da guardarsi nel complesso di un corpo di un animale crea­to solamente e unicamente per soddisfa­re le più ampie esigenze nel lavoro.

 

Gallo: E sull’occhio giallo cosa ci dice?

 

Greller: La razza D. Drahthaar oggi, in Germania, ha il 70% di cani con l’occhio chiaro. L’occhio rapace da civetta non piace a nessuno, e neanche a noi, ma voi latini un oc­chio medio già lo considerate chiaro, e questo non è affatto positivo. Tra due cani eccellenti nelle forme, non si può assolu­tamente deprezzare in giudizio il cane dall’occhio chiaro, il giudizio delle forme ec­cellente va dato regolarmente, se il cane lo merita; il giudice lo può mettere secon­do solo per gusto personale.

Attorno al 1950, qui in Germania, si era lavorato molto con il cane roano nero, anche con l’intenzione di scurire l’occhio ai no­stri cani; ma questo si è dimostrato un fal­limento, perché la razza non lo accettava e apparivano anche cani roano nero con l’occhio chiaro. Si è tornati quindi ad un allevamento più razionale anche se un po’ rassegnato, accettando questa percentua­le di particolarità, senza darci troppo peso anche nei giudizi delle forme.

 

Gallo: Sulla quantità dei cani allevati in Ger­mania e sugli allevatori?

 

Greller: Oggi in Germania vengono allevati cir­ca 3500 D.Drahthaar all’anno. Noi non vo­gliamo aumentare questa cifra, perché i cani devono essere dati tutti a cacciatori. Questo non è facile ma è orgoglio dell’al­levatore tedesco portare la propria cuccio­lata alle prove di lavoro e dimostrare co­me ha operato. In Germania gli allevato­ri possiedono una o due femmine, e con queste fanno una cucciolata all’anno; pochi di noi possiedono quattro o cinque femmine. Io per esempio ho solo una femmina per il mio allevamento, e que­sto dimostra quanto teniamo alle nostre linee genealogiche, essendo impossibile trovare per tutti i cani che alleviamo, (po­sto che questi siano molti), altrettante per­sone che li portino a ultimare tutte le pro­ve di lavoro indette dal programma di club.

 

Gallo: E delle esposizioni cosa ne pensa?

 

Greller: Per un drahthaarista tedesco le esposi­zioni non esistono! Il drahthaarista tede­sco frequenta solo i raduni di allevamento (Zuchtschau), per avere da un esperto il giudizio delle forme e del pelo del pro­prio cane, e quindi sapere se possiede un esemplare omologato alla riproduzione o no. In moltissimi Paesi europei, da troppi anni, si sta lavorando diversamente, ma questo non si concilia con la nostra men­talità; noi abbiamo costruito questa razza per il lavoro,e  diamo una importanza mi­nima alla bellezza. Mi è capitato tempo ad­dietro di dover eliminare dal ring, un D.Drah­thaar della Regina di Spagna, cane che fino a quel momento aveva vinto tutto ciò che si poteva vincere; lo eliminai perché mancante di quattro denti, e quindi incon­ciliabile con una delle regole del nostro statuto per l’omologazione alla riproduzio­ne. Per noi le nostre regole di allevamen­to dettano legge.

 

Gallo: Cosa ne pensa dei riproduttori tedeschi, maschi e femmine, oggi presenti in Italia e all’estero?

 

Greller: La Germania non è diversa da altri Pae­si; chi sa meglio presentare i cani riesce anche a venderli, certo non diamo volen­tieri fuori i migliori riproduttori della raz­za! Con questo, senza fare dei nomi, posso affermare che anche in Italia oggi c’è dell’ottimo materiale.

 

Gallo: Il massimo delle monte consentite in Germania nel corso di un anno è di sei; perché questo limite se il soggetto in que­stione è cane eccezionale per il migliora­mento della razza?

 

Greller: Ciò è fondamentale per garantire alla razza una base più ampia possibile e non correre il rischio di un incanalamento ge­nealogico che poi è un vicolo senza usci­ta.

 

Gallo: Ricorda qualche cane che nel recente passato ha migliorato a tutti gli effetti que­sta nuova razza?

 

Greller: La fattrice di mio padre, Anka Vom Heinersdorf, con i suoi figli maschi Vom Zenngrund; quasi tutti i cani della Linea Weiherwiese; le femmine del Kornstube; Yola Donaueck; certi Grossen Rehkule e molti altri. Ma il discorso è lungo e deli­cato, anche per quelli nominati.

 

Gallo: Un ultima domanda sig. Greller, prima di congedarmi da Lei, ringraziandola a no­me della rivista e di tutti i cacciatori cino­fili italiani per il tempo che ci ha gentilmen­te concesso; se dovesse dare il primo con­siglio che le viene in mente ai cacciatori drahthaaristi italiani, quale sarebbe?

 

Greller: Allevino pensando al lavoro, e da que­sto al tipo. Consiglio ai giudici che hanno a cuore questa razza di cominciare a giu­dicare sul modello tedesco, che è impor­tantissimo per il miglioramento effettivo e in certi casi per la salvezza della razza.